

Hanno detto tante cose di me e te.
Erano tanti a dirle? E chi erano?
Non lo so.
Forse erano pochi, proprio pochi. Forse erano tanti.
Come si fa a dirlo quanti fossero, in questo posto?
Come si fa a dirlo quanto grande sia questo posto?
Il nostro labirinto di strade, ricordi, luci, abitudini, facce sotto la pioggia.
I nostri vissuti che si intrecciano stretti uno all'altro e a volte ci cambiano la vita.
Sempre qui, nel nostro ecosistema.
Piccolo o grande che sia, come si fa a definirlo?
Come si fa a dirlo quando tutto ciò che questo piccolo mondo ti regala...ti illude che possa bastare così?
Forse potremmo viverci per sempre e innamorarci della nostra voglia di credere che sia tutto qua.
Piccoli eroi di questo piccolo posto.
Farne una bandiera, accogliere che definisca del tutto la nostra identità, come se già non bastasse quanto ci abbia definito negli anni.
Portarne le cicatrici e giustificare la nostra mancata evoluzione con l'essere gli irriducibili, i local di un posto che ci ha tarpato le ali, ma ci ha resi irripetibili, unici.
Ci fa appartenere.
Noi, noi no...non ce ne siamo mai andati.
Un po' antieroi e alcuni di noi un po' filosofi, ma riempendosi la bocca di cazzate o trovando la verità...potendoselo permettere davvero, quasi sempre. Che a fare quello che abbiamo voluto davvero, anche andando off track e a vedere che succede dopo siamo stati bravini.
E forse ci siamo guadagnati di poterci illudere di averci capito pure qualcosa.
A guardare il mondo da un punto fisso, a subire le conseguenze delle nostre azioni, ad avere coraggio, ma pensando che tutto ci sarebbe stato perdonato. Dopo una notte eccessiva qualunque tutto si sarebbe annullato, abbonato, dissolto...nella prossima notte, nel prossimo amore, nel prossimo giro, vizio, inverno, progetto, sbaglio...uno dopo l'altro tutti noi saremmo stati perdonati. Tutto avrebbe avuto senso.
Saremmo cresciuti, avremmo trovato la strada, come per incanto, saremmo stati assolti.